Mattarella: gli eventi alla base della Repubblica democratica «vanno ricordati con convinzione».
Non perde sostanza né significato la Festa della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo, che questo 25 aprile "compie" 73 anni.
Con la proclamazione nel 1945 da parte del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia dell'insurrezione dei territori ancora occupati, segna l'inizio della strada che condusse il Paese e gli italiani a scegliere la repubblica nel referendum del 2 giugno 1946 e poi alla proclamazione, nel 1948, della Costituzione repubblicana.
Tre tappe di un percorso che è alla base dell'unità nazionale e della democrazia, nel quale i valori della Resistenza, i valori repubblicani e democratici sono indissolubilmente legati, come ha ricordato al Quirinale il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Mattarella ha ricordato il prezzo pagato dall'Italia per la Liberazione - i cittadini oppressi, le vite perdute dei partigiani, i 600mila soldati deportati nei campi di concentramento - esortando a non dimenticare: «Tutti questi eventi, comportamenti, passioni, generose dedizioni vanno ricordati costantemente, con convinzione, anche perché, in tanti Paesi, le società di oggi, pur passate attraverso i drammi umani, le sofferenze e le macerie del ventesimo secolo, sembrano, talvolta, aver attenuato gli anticorpi all'egoismo, all'indifferenza e alla violenza, avvertiti intensamente dalle generazioni che hanno vissuto il secolo delle due guerre mondiali e le crudeltà delle dittature».
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