Palazzo dei Ferri
Si trova nei pressi dell’oratorio di Sant'Antonio ed è il più significativo tra gli edifici gentilizi del paese; con la sua grande mole in cotto domina sul tessuto urbano. La costruzione attuale è il frutto di successivi ampliamenti e per questo non è facile datare tutto il complesso architettonico che quasi sicuramente, almeno per le parti più significative abbraccia un arco di tempo che va dai primi anni del XVIII secolo alla metà del XI.
Il palazzo è costituito da un corpo centrale, che copre l’intero dislivello tra via Vittorio Emanuele e via Aldo Moro, e da due ali ad esso quasi perpendicolari che delimitano una suggestiva piazzetta su cui sfocia direttamente via Cavour e che si scorge appena si imbocca la via. Nella piazzetta, ambiente di particolare quiete, si possono scorgere piacevoli particolari architettonici come le ampie arcate ribassate con volta a crociera, la ristrutturata cisterna, gli ingressi che conducono ad ambienti di ripostiglio, la fontanella in pietra, il tettuccio da cui pende una lanterna che in origine illuminava l’antica piazza. Ad un angolo la nicchia con l’orologio incorniciato da motivi in pietra e più in basso una scultura con figura umana e la scritta “KRONOS” seguita dal significativo motto “TEMPORISFUGA IRREPARABILIS”.
Sulla composta facciata settecentesca in laterizio risalta la pietra che incornicia il portone d’ingresso scolpita con semplici motivi sui piedritti e con un mascherone baroccheggiante a forte rilievo al sommo dell’arco dove si chiude la raggiera in ferro battuto.
La facciata laterale del palazzo lungo via Vittorio Emanuele è meno ostentata e di minor impatto visivo, ma sicuramente la più elegante. Vi è un secondo ingresso molto più scarno e presenta un coronamento percorso da motivi classici a trìglifi intervallati con cornicione retto da mensole poco aggettanti; intorno alle finestre sagome mistilinee.
All’interno gli ambienti del primo piano sono ampi, accoglienti e intercomunicati. Tutte le stanze hanno la volta a padiglione ribassato con decorazioni pittoriche in stili diversi.
Il Salone, che un tempo fungeva da cappella, è evidentemente Settecentesco con decorazioni prettamente barocche sulle pareti e sulla volta. Carattere settecentesco rivelano anche le inquadrature a cornicette mistilinee di alcune porte e le cornici degli specchi riccamente intagliate e dorate. Alcune stanze conservano pesanti mobili d’epoca, ceramiche di Rapino e preziose ceramiche realizzate da Tommaso e Giovacchino Cascella, tele di Alfonso Muzii e stampe di Basilio Cascella (le famose cartoline a colori della serie “Abruzzo”). Ogni ambiente ha il suo pavimento per lo più in marmi bianco e nero a scacchiera.
La facciata verso il giardino è caratterizzata da una più libera composizione degli spazi architettonici che si incastonano tra di loro sul morbido declivio. In un angolo del giardino si apre una porta contornata da bionda pietra finemente scolpita recante nella lunetta lo stemma in rilievo dei De Ferri. Tale porta da accesso all'antico frantoio con poderosi pilastri e volte a crociera; questo ambiente è anche ribattezzato “ Studio di San Francesco” perché reca sulla parete di ingresso l’immagine di San Francesco di Paola. Ampia e luminosa è la cantina dove coerentemente si trovano una scultura di baccante e un Bacco dipinto.